L’affaire castello di Ariano, tra beghe, annunci e slogan

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Ariano è l’unica città italiana che non è riuscita a rendere fruibile il suo castello. Piccoli paesi ci sono riusciti, hanno ristrutturato il loro castello e lo usano, ma l’amministrazione Franza non ha idea da dove si possa cominciare. Anni fa erano state restaurate (male) le mura esterne e, all’interno alcuni spazi ad uso museale, un bar e una sala convegni, tutto il resto è rimasto in abbandono. A inizio primavera si è fatto avanti il Centro Europeo di Studi Normanni (CESN) che attualmente occupa gli spazi museali e ha offerto, come donazione liberale al Comune, nella persona del Sindaco, uno studio e un progetto preliminare per la valorizzazione del castello, atto a richiedere ben 2 milioni di euro di finanziamento del PNRR. Il Sindaco ha accolto con entusiasmo l’offerta e ha fatto incontrare l’architetto Leopoldo Repola, professore della Federico II, che aveva eseguito lo studio per il CESN, con i dirigenti dell’Ufficio tecnico del Comune affinché si arrivasse velocemente a redigere un progetto esecutivo finalizzato a ottenere i finanziamenti. L’ingegnere Mario Troso, in accordo con il CESN, avevo proposto la donazione di 70 armi in asta e del suo cospicuo fondo librario. Quindi il Sindaco, che è anche Assessore ai Lavori pubblici, si era mostrato entusiasta: entro il 15 giugno 2022 doveva presentare la richiesta di finanziamento per il castello arianese. Per valorizzare un castello è necessario un recupero edilizio, ma poi bisogna renderlo anche attraente con arredi ed esposizioni che ne riichiamino la storia. Un ampliamento del polo museale, già esistente, sarebbe stata manna dal cielo, a cui si sarebbe potuto anche aggiungere il museo della ceramica e, se l’amministrazione comunale ne avesse avuto l’autorevolezza, avrebbe altresì potuto rapportarsi con lo Stato e con la Curia per collocare presso il castello, anche il museo archeologico e quello diocesano, attualmente chiusi. È passato il 15 giugno e si è scoperto che il Comune non aveva richiesto i finanziamenti: si sono accese le polemiche, le opposizioni sono insorte, così come il CESN. Ma finalmente la consigliera comunale del PD, Grazia Vallone, il 17 giugno ha scritto un articolo dal titolo eloquente, “Il castello di Ariano: facciamo chiarezza”. E così è stato! La consigliera ci ha informato che, mentre Sindaco e Ufficio tecnico, si affrettavano per arrivare a un progetto esecutivo per ottenere i finanziamenti volti al recupero del castello, la maggioranza consiliare lavorava in senso contrario. La Vallone ci ha messo al corrente che il 18 maggio il Consiglio comunale aveva approvato una delibera che andava in senso opposto, cioè che la maggioranza era contro l’iniziativa del Sindaco, insomma che nei fatti si era sfiduciato il Sindaco e pertanto non si dovevano richiedere i 2 milioni di finanziamento. Nonostante ciò, il nostro Sindaco, che purtroppo rappresenta anche chi non lo ha votato, il 28 maggio 2022, 10 giorni dopo che era stato sfiduciato, a un convegno del CESN, oltre che ringraziare per le donazioni liberali, è arrivato persino a promettere la cittadinanza onoraria all’ingegner Mario Troso. In conclusione, si può affermare che quelli del Sindaco siano soltanto annunci e slogan: nonostante la sua maggioranza vada in senso contrario (ma se n’è accorto?) continua a promettere. Ariano ha perso, insieme ai 2 milioni di euro, una grande occasione, a causa di beghe interne alla maggioranza. Il Sindaco è stato sfiduciato, ma finge di non saperlo. Se volesse realmente bene ad Ariano, dovrebbe trarne le conseguenze e tornare al suo antico mestiere: è riuscito persino a mettersi contro i docenti universitari di buona parte della Campania e regioni limitrofe. Forse un Commissario prefettizio farebbe meglio di Franza. Per parafrasare un suo amato slogan elettorale, ora “Ariano lo sa”!   Aleandro Longhi, Comitato Salute, Ambiente e Territorio (SAT)                                                   

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Floriana Mastandrea

Giornalista, scrittrice, sociologa: per una società più equa, la giustizia giusta e i diritti, soprattutto per i più deboli. Combattente per indole e per necessità.
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