Già un anno é trascorso dalla prematura morte del caro amico, regista, autore e sceneggiatore, Giambattista Assanti, che stamane è stato ricordato dalla sua famiglia, da addetti ai lavori ed amici, nell’ambito dell’iniziativa Ciak si gira, promossa dall’Istituto Comprensivo Statale Raimondo Guarini di Mirabella Eclano e dal City Plex Carmen, con la visione dei corti realizzati dagli studenti dell’Istituto, seguita dalla proiezione del suo film d’esordio, Ultima fermata. Anche grazie a quel film, ci racconta Pietro Mitrione (Associazione Inlocomotivi), la tratta ferroviaria Avellino-Rocchetta Sant’Antonio, lasciata in realtà in sospeso, unica in Italia a fruire del provvedimento di particolare interesse culturale del Mibac, è entrata a far parte delle tratte ferroviarie previste dalla legge 128 del 2017. A seguito delle disposizioni in essa contenute, per l’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione, in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, il 26 giugno vedrà la ripartenza, con i treni turistici. La tratta è inoltre inserita nel progetto Binari senza tempo, della Fondazione FS. Grande il vuoto lasciato da Giambattista, che qui voglio ricordare, riportando la lettera che scrissi di getto, non appena appresi, con sconcerto, della sua dipartita, il 27 maggio 2021. Caro partigiano Giambattista, te ne sei andato troppo presto! Non vorresti mai apprenderla, eppure la notizia che ti sconvolge, inesorabile, arriva: un tuo carissimo amico fin dall’adolescenza, non c’è più! Non ce l’ha fatta nella sua lotta contro il tumore, Giambattista Assanti, amico dai primi tempi delle superiori, con cui ho condiviso la forte passione per il cinema. A Giambattista il cinema scorreva nelle vene per eredità familiare: era stato “cinematografaro” suo nonno, poi suo padre, Gaetano, “Tanino”, che proiettava i film nelle piazze dei paesi irpini, poi suo fratello Giuseppe, quindi lui, che i film era riuscito anche a scriverli e realizzarli. Era testardo e sognatore, Giambattista, non aveva mai pensato, per prendere il volo, di lasciare l’Irpinia, se non per brevi periodi: quanto bastava a studiare o girare e montare. Riteneva, da perfetto partigiano, saldamente ancorato alle sue origini, che era nella sua terra che bisognava combattere e promuovere la cultura. Anche per questo aveva ideato un festival di qualità, Scrivere il cinema, che non solo intendeva far conoscere e promuovere la sceneggiatura, elemento basilare alla buona riuscita di un film, ma voleva avvicinare al mondo dell’immaginario il più possibile, i giovani e tutti coloro e che a quel mondo erano estranei. Avevo partecipato a diverse edizioni del suo festival, incontrato e intervistato interessanti personaggi: era riuscito a portare a Mirabella Eclano, persino Sir Richard Attenborough. Come era riuscito a portare film, attori, registi, sceneggiatori di qualità, nelle scuole: per dirne una, insieme avevamo presentato La trattativa di Sabina Guzzanti, a Vallata. Con Giambattista scompare un vero partigiano combattente, attraverso i suoi strumenti cinematografici, per sfatare gli stereotipi del Sud, come ha fatto con il film d’esordio, Ultima fermata, del 2015. Dedicato alla soppressione voluta nel 2010 dalla Regione Campania della Avellino – Rocchetta Sant’Antonio, una tratta ferroviaria perorata da Francesco De Sanctis e inaugurata nel 1895, il film è nato tra molte difficoltà e dopo una lunga gestazione, poiché, come mi raccontò allora: “da troppo tempo il mercato cinematografico guarda più alle pellicole commerciali che alla qualità delle opere”. Giambattista non si è mai perso d’animo, anche grazie al suo carattere solare e il suo messaggio è riuscito a portarlo: la ferrovia è un’infrastruttura che consente mobilità e scambio, va potenziata, piuttosto che chiusa, come hanno improvvidamente fatto. Il film, nel cui cast figurano tra gli altri, Claudia Cardinale e Sergio Assisi, è stato candidato nel 2016 al David di Donatello. L’impegno civile di Giambattista, nel 2018 ha prodotto una biografia (biopic) dedicata al “Presidente più amato dagli Italiani”: Il giovane Pertini combattente per la libertà. L’opera, tratta dall’omonimo libro e sceneggiata insieme al prof. Stefano Caretti, uno dei maggiori studiosi di Pertini, presenta un Pertini inedito ed è basata prevalentemente sul carteggio tra il protagonista e la madre, nel periodo che va dal 1924 al 1945, a liberazione avvenuta. Da fuggiasco ed esiliato a Parigi prima, e detenuto e confinato politico poi, Pertini racconta la sua vita da oppositore al fascismo, passando per gli incontri o le amicizie con Gramsci, Turati, Olivetti e Saragat, fino a Carla Voltolina, l’amore della sua vita. Il film, oltre ad essere candidato al David di Donatello 2019, è approdato anche alla Mostra del cinema di Venezia. Nel 2004, durante le proteste conto la discarica di Difesa Grande ad Ariano Irpino (AV), Giambattista aveva girato un docu-film, Le campane di Sant’Ottone, con Giulio Scarpati e Valeria Gravina, nel ruolo di una cronista. Prima della pandemia e della sua malattia, Giambattista stava cominciando a girare “Il segreto di Hanna”. Ci mancherà il suo entusiasmo, ci mancheranno i suoi progetti, ci mancherà il suo ottimismo, ci mancherà la sua creatività, ci mancherà, soprattutto, la sua amicizia. Non ci lascia solo una persona umile e sognatrice, ma anche un indomito combattente di talento, che non meritava di scendere così prematuramente dal treno della vita: per te, caro Amico partigiano, l’ultima fermata è arrivata troppo presto! Floriana Mastandrea